Allontanandoci dall’Eden, il nostro Oriente, vagando nei nostri deserti esistenziali ci “disorientiamo”. Poi troviamo una pianura dove stabilirci e ci facciamo una città [zone di comfort: sistemi e rituali di vita quotidiana con la loro illusione di stabilità] e una torre per il cielo [progetti di vita, ricerca di ruoli, controllo degli altri]. Ognuno dalla propria torre parla la propria lingua non riuscendo più a comunicare con gli altri. Così riprendiamo a vagare nel deserto [camminando da soli]. Cfr. Gen11.
Quando la vita si fa “deserto” il percorso è confuso: perdi le tracce del cammino fatto, di quello che viene, della meta. Vivi sentimenti incostanti di disorientamento, sconforto, stanchezza, sensazioni altalenanti di fiducia e smarrimento. Stai in famiglia, al lavoro, in società, ma ti senti solo. Senti e temi che non ti puoi fermare.
Nella vita è spesso necessario un GPS per orientarsi nel cammino, calcolare il percorso e dimensionare le forze, attrezzarsi con i mezzi adeguati a lanciarsi nella maratona. Con una guida spirituale metti a fuoco la montagna in cui tutto il cammino fatto trova senso. Non solo sulla vetta, ma già passo dopo passo sul sentiero tracciato vedi come la pace interiore, una gioia profonda e gli altri frutti della vita spirituale iniziano a spuntare come germogli.