Amici alla spina

C’era una volta “il muretto”, punto di ritrovo fra amici quando il tempo serviva per stare insieme. Lì nascevano le amicizie più vere, in cui ci si confrontava, ci si correggeva, si cresceva, camminando insieme.

Tante amicizie si sfaldano senza motivo, da un giorno all’altro, dissolvendosi nel nulla. Ce ne accorgiamo e monta una certa inquietudine, sembra di aver dedicato tanto tempo a relazioni vuote, inconsistenti. Ci si sente feriti, ingannati, usati.

Imparare a vedere

L’arte del discernimento ha i suoi mezzi privilegiati, risorse tutte sue: intelletto, affetto, esercizi di libertà. «Discernere» significa separare per distinguere, e così comprendere e tornare a instaurare una relazione sana con la realtà. Si tratta di mettere ordine, per vedere le cose come sono.

Ci sono amici che incontrandosi si siedono e cominciano a parlare. Prima parla uno e poi parla l’altro. Si parla a turno. Lei sta con te e tu la devi stare a sentire, così quando ha finito tu puoi dire le cose tue e lei deve star lì a sentire quello che hai da dire. Non c’è confronto né ascolto, nonostante l’attenzione, e quando si discute lo si fa affermando se stessi, anziché il proprio punto di vista, attraverso opinioni arbitrarie e giudizi di valore.

Amicizia al consumo. Come la birra, anche se qui si consuma il tempo. Non cerchiamo qualcuno con cui mettere in crisi i nostri punti di vista, l’amicizia non è condividere la vita ma il tempo. Siamo consumatori di tempo e vogliamo che sia più piacevole possibile. Per questo usiamo gli amici. Ma non è più una relazione intima: è un contratto.

Se ieri usavamo il tempo per gli amici, oggi usiamo gli amici per passare il tempo.

Imparare a sentire

Se ti chiedi cosa senti quando stai con gli amici e vedi che la tua risposta è una certa tua soddisfazione personale, una forma di appagamento, capisci come è profonda e difficile da accettare questa verità che stiamo osservando nella realtà delle cose.

Un vero amico non si aspetta nulla, ti accoglie come sei. Puoi non esserci quando l’amico ha bisogno, speri che non accada mai, comunque lui non te ne farà una colpa. Non c’eri, è andata così, ti racconterà. Non c’è un dover fare, per essere amici.

Se l’amicizia deve essere sempre un piacere, una forma di appagamento, allora al centro ci sei tu con i tuoi gusti e quando la vita dell’amico si complica o i tuoi gusti cambiano, ecco che non ti serve più. La tua vita è il tuo tempo e tu vuoi usarlo al meglio, deve essere piacevole, appagante. È il circolo vizioso del soggettivismo che relativizza tutto il mondo fuori a quello che ciascuno pensa e sente, riducendo tutto a qualcosa di utile per passare il tempo. È la distrazione, il divertimento assunti a scopo del gioco: divertirsi in ciò che piace (dis-vertere), distrarsi usando tutto ciò che serve (dis-trarre).

Se la mettiamo così, il problema non sono gli altri.

Imparare a scegliere

Se vedi che stare insieme non è un atto di relazione finalizzato all’incontro, ma un atto di consumo per il gusto personale, allora vedi che tu stai al centro e gli altri servono al tuo appagamento. Se senti che così non può andare, che l’amicizia ha un valore per te a prescindere dal gusto, dal piacere di stare insieme, allora sei pronto per un cambiamento di prospettiva nelle tue relazioni.

Di questo si tratta, di prospettiva: stare nelle relazioni con una prospettiva spirituale che cerca l’incontro, un atto di relazione finalizzato al camminare insieme, condividere, fare entrare gli altri nella propria vita lasciandosi mettere in discussione nel proprio modo di pensare, di concepire la vita, nel proprio modo di essere.

  1. Guardati in giro, nella tua storia, vedi se c’è un amico che potrebbe avere bisogno di te adesso, anche solo per un saluto. Prova a usare il tuo tempo per il puro desiderio di esserci nella sua vita, di farti “presente”, essere dono oggi.
  2. Misura il tempo, ha comunque un valore per entrambi. C’è chi parla di continuo finché non ha detto tutto quello che aveva da dire e chi sa smettere di parlare quando è stata detta la cosa importante. Cercala, ascoltando.
  3. Non dare spiegazioni e non giustificarti per il fatto che ti sei fatto presente, un vero atto di relazione parla da sé. Lascia al non detto di completare l’opera, rimanga nel gusto di entrambi il sapore dell’incontro.

Gli esseri animali fanno quello che sentono, gli essere umani fanno quello che scelgono. Per questo, l’amicizia non è come una birra alla spina che va bevuta tutta in un sorso, ma è piuttosto come un vino pregiato, da assaporare nel tempo.